Lavoro agli sgoccioli
Oggi guardando il blog di lucapap leggevo : Ultimo giorno di lavoro.
Per me invece mancano ancora una decina di giorni.
Allora preso dal delirio onirico-rivoluzionario pensavo alle 35 ore pensavo alla frase il lavoro nobilita l'uomo e mi sono posto queste domande :
-ma un animale che vive allo stato brado, che vive normalmente;
in media... quanto tempo passa a procurarsi il cibo e quanto a farsi gli affaracci suoi?
secondo me lavorare 8 ore e più è vereamente un assurdità...
-vorrei proprio sapere dove sta tutta questa nobilità nel passare almeno un terzo del proprio tempo a lavorare .Oltretutto I nobili non lavoravano.
Mi sembra quindi una affermazione che aveva lo scopo di collocare il valore della persona in un ambito terreno e universalmente accessibile (mentre l'ereditarietà del sangue non lo era). E' una dichiarazione veramente rivoluzionaria (della borghesia vs la nobiltà, naturalmente).
Io continuo a sostenere la milanesissima : Voja de lavùrà saltemm adoss....
Un abbraccio accaldato
Il Mallinza
Ancora Vinile terza puntata
Torno dal mare....ustionato.
La testa mi ribolle...non riesco ad affrontare il caldo afoso di Milano.
Non riesco ad affrontare le fottute zanzare tigre che da anni proliferano e spaccano le palle.
Accendo il ventilatore mi denudo e prendo aria sul corpo ustionato.
Accendo il cellulare (due giorni escluso dal mondo , impensabile quanto sia bello) subito un bip
un sms annuncia "Complimenti sei stato accettato per il corso intensivo...chiamaci lunedì".
Rovisto tra i vinili .
Ormai avrete capito che è divenuta per me un azione catartica.
Cerco qualcosa del 1967....l'anno in cui mi hanno concepito.
L'anno in cui sono usciti i migliori dischi pop , i migliori dischi rock.
L'anno in cui la musica era ancora musica immortale.
Dopo la sbronza beatlesiana con magical mistery tour e sgt pepper provo tra Hair , Pet Sound , Il disco dei Velvet underground con la Banana di Andy Wharol, The piper at gates of down dei Pink Floyd.
Scelgo The Piper at Gates of Down; mai scelta fu più felice.
The piper at gates of down è il primo album dei Pink Floyd che fino a quel momento avevano pubblicato qualche singolo di successo (Arnold Layne) tra la underground people di Cambridge ed erano divenuti un gruppo di culto all'Ufo Club (un piccolo club alternativo di cambridge in cui la sperimentazione la faceva da padrona).
The piper at gates of down è il primo ed ultimo album passato e costruito dalle sapienti mani e dalla follìa visionaria di Syd Barret. Un album fatto di poesia visionaria , allucinata, folle ed infantile .....non se fosse l'acido lisergico o forse la semplice follìa geniale di un artista come Barret ma ricorda molto Sgt Pepper dei Beatles.....Vocine Marcette inglesi melodie fanciullesche.
Ho sempre ritenuto doveroso separare i Pink Floyd di Syd Barret dai Pink Floyd del duo Waters-Gilmore......due mondi sperimentali profondi ma più genuino il primo più ricercato il secondo.
Ascoltando The piper at gates of down mi perdo tra viaggi interstellari iperbolici (Astronomy Dominè, Interstellar Overdrive) , fiabe celtiche dal sapore di fanciullezza innocente ( Mathilda Mother, The Gnome, Scarecrow) , Capriole visionarie dai colori lisergici (Flaming, Bike, Take the stetoscope...) tutto sapientemente orchestrato in forma genuina senza troppe seghe intellettuali , corde ringhianti e tastiere libere di muoversi in un architettura sonora delirante.
Tutto quanto mi da un senso di leggerezza e liberazione.
Mi tornano in mente gli optical information....
Penso a Syd Barret perso in un suo mondo (da chissà quanti anni) dal quale non vuole riemergere.
E penso a Diego......Chissà se anche lui starà suonando da qualche parte immerso nel suo solito caos primordiale qualche melodia immortale.
Un abbraccio
Il Mallinza