Test farmaceutici in Africa
Attirati dalla debolezza dei costi e dei controlli, i laboratori farmaceutici testano i loro prodotti in Africa, con disprezzo per la salute dei pazienti. Inoltre, le condizioni epidemiologiche in Africa si rivelano spesso più favorevoli alla conduzione dei test: frequenze elevate di malattie, soprattutto quelle infettive, esistenza di sintomi non attenuati da trattamenti ripetuti e intensivi. Infine, la docilità dei pazienti, in estrema difficoltà, viste le carenze delle strutture sanitarie locali, facilita le operazioni.Di fronte alla moltiplicazione degli incidenti, spesso è stato necessario interrompere gli esperimenti. Questa deriva mostra come le industrie del farmaco utilizzino le popolazioni del Sud per risolvere i problemi di salute del Nord.In tutti i paesi del Sud del mondo ci sono imprese farmaceutiche che organizzano test clinici in flagrante disprezzo dell'etica e della sicurezza dei pazienti: assenza di consenso dei soggetti, informazione sommaria, controllo terapeutico insufficiente, scarso beneficio per il malato o per la popolazione ... E tuttavia, i test clinici seguono una procedura formalizzata e rigorosa, indispensabile per convalidare e successivamente commercializzare un nuovo medicinale: servono a valutarne la tolleranza e a misurarne l'efficacia.
Ciò che ancor più rende devastante il discorso è il seguito di tali iniziative.
Le imprese farmaceutiche una volta brevettato e testato il farmaco vendono a prezzi esorbitanti per quella parte del mondo il farmaco stesso ed a causa delle royalties impediscono di studiarne il brevetto e di riprogettarne uno simile ma più economico per i malati "cavia" di quella parte del mondo.
Fatti come questo si possono leggere a malapena su Le Monde diplomatique ma non trovano alcun risalto su altri organi di informazione......Che mondo fottuto.
1 Comments:
Ogni volta che arrivano notizie dall'africa girano solo i coglioni. Qui in occidente fa molto cool dire i'm be-everything, per lo meno lo ha detto il mistico
cantante dei Rem a giornalista che ci cheideva se era bi sessuale. gente che parla di africa fame e si fa di cocaina e scopa negli ascensori del loro ville di merda. cazzo per noi comuni mortali la quotidianità è fatta
di parole molto semplici però noi sappiamo che là c' è un mondo parallelo
dove gli uomini devono essere rigorosamente depilati e le donne asvere almeno il naso rifatto.E almeno una volta all'anno parlare di Africa porca minchia!
uno quelle cose le vede ma poi se ne torna fottendosene alla sua vita trepidamente monodose.
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