mercoledì, gennaio 31, 2007

Una domanda ai bacchettoni

Mi domando da giorni se i Paesi che hanno legiferato sui Pacs, o comunque li si voglia chiamare, sono caduti in quella disgregazione della famiglia o, peggio ancora, in quell’abisso di amoralità che viene pretestuosamente agitato.
Si consideri che gli Stati «con Pacs» coprono quasi tutta l’Unione Europea, con in prima linea le grandi democrazie: Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Benelux, Scandinavia; mentre, al contrario, i Paesi «senza Pacs» non brillano certo per livello civile: se si eccettua l’Austria si tratta di Albania, Bielorussia, Bulgaria, Russia, Turchia…
Non si equivochi: non sto parlando del «matrimonio gay» introdotto solo in Olanda, Spagna e Inghilterra, ma solo delle normali legislazioni che riconoscono le unioni di fatto, omosessuali o eterosessuali, di cui la proposta italiana è solo una pallida versione.
Nel grido di allarme del segretario generale della Cei, monsignor Betori, c’è qualcosa che politicamente non ha alcun senso.
È il governo che con i Pacs «scardinerebbe la famiglia», oppure è la presa d’atto di una realtà sociale che anche nel nostro Paese presenta una varietà di unioni tra persone non più contenibile nella forma tradizionale del matrimonio sacramentale?

Fa sorridere l’idea che sarebbero il Parlamento e il Governo a creare una realtà che viene molto prima, prescinde totalmente, e sopravvive a qualsiasi legge, permissiva o proibizionista che sia.

Ed è francamente irricevibile il veto che la Cei lancia sul parlamento perché non proceda sulla strada della legge. Tutti sanno che le coppie di fatto in Italia sono milioni, che gli omosessuali vivono la loro «diversità» senza scandalo, e che la maggioranza della popolazione, cattolica e non cattolica, giovane e vecchia, di destra e di sinistra, pratica la tolleranza nella vita personale e sociale, e rifugge da qualsiasi proibizionismo.

È di questo che si tratta con i Pacs, e solo di questo: rendere più facile, soprattutto per i meno fortunati (perché i più fortunati se ne infischiano delle leggi) la vita civile, economica e sociale nella legalità.

Quando smetterà questo paese di recepire politicamente i veti di un istituzione medioevale quale i vaticano e dei politici ad essa annessi a destra e a sinistra?

venerdì, gennaio 26, 2007

Giorno della Memoria

Il giorno della memoria.
Per non dimenticare uno dei momenti di massima barbarie dell'essere umano.
Giusto perchè in questo paese si tende a dimenticare molto facilmente mi piacerebbe ricordare.

15 luglio 1938 e 17 novembre 1938 due date....
due date che pochi ricordano in questo tempo devastato e vile;
Rinfreschiamo la memoria:

15 luglio 1938 : Viene pubblicato il “Manifesto della razza” pietra miliare di quello che sarà uno sterminio studiato e coscientemente realizzato.
17 novembre 1938 : Il Re Vittorio Emanuele III firma le fatidiche "leggi razziali" volute da quel duce che oggi in molti cercano di riabilitare.

Tra i firmatari del "Manifesto della razza" vi sono dieci accademici di mediocre valore:

Lino Businco (medico patologo),
Lidio Cipriani (antropologo),
Arturo Donaggio (neuropsichiatra),
Leone Franzi (pediatra),
Guido Landra (antropologo),
Nicola Pende (patologo),
Marcello Ricci (zoologo),
Franco Savorgnan (demografo),
Sbato Visco (fisiologo e biologo),
Edoardo Zavattari (zoologo).
Altre 330 personalità aderirono al Manifesto.

Questa sintesi dottrinaria del razzismo fascista Italiano viene presentata al Duce.

In realtà questa vergogna Accademica è solo una stupida "pastetta" di facciata in una situazione da tempo concordata.

Al regime occorreva un pretesto pseudoscientifico per motivare la persecuzione di una comunità di 43mila cittadini di religione ebraica.
Il seguito lo consciamo.

Ma veniamo al peggio : Dopo la guerra, per i dieci accademici firmatari di quel documento e naturalmente per i loro seguaci vi fu totale impunità.
Eppure costoro furono moralmente responsabili della deportazione degli ebrei italiani .
Con l'arrogante autorevolezza del sapere accademico giustificarono violenze, soprusi,umiliazioni....morti....sterminio.

In compenso Conservarono onori , incarichi ed arroganza.

Gaetano Azzariti che fu presidente del "tribunale della razza" nel 1957 divenne presidente della Corte Costituzionale.....

Questo accadeva ed accade in Italia.

Questo è il giorno della memoria: Il giorno della vergogna, del silenzio, dell'omissione, dell'impunità.

mercoledì, gennaio 10, 2007

Bollette ed energia ......

No ai costi aggiuntivi su ricariche cellulari.
"I gestori devono far pagare le ricariche telefoniche per quello che costano realmente".
Lo ha sottolineato il ministro allo sviluppo economico Pierluigi Bersani a «Ballarò».
Bersani ha fatto un esempio: "un giovane va a prendersi una ricarica telefonica da 10 euro, di quelle 10 ne spende 2 per un contributo che il giovane stesso pensa sia una tassa. Ma tutto questo non è ne vero ne giusto ed i gestori non devono intascare quelle 2 euro senza fornirne il servizio"

Bene, ora che ci è stato chiarito dal governo di questo ennesimo ladrocinio da parte delle compagnie telefoniche , bisognerebbe sapere se il governo stesso può ed intende legiferare
sulla questione o come sempre bisogna attendere la comunità europea e plick ! bolla di sapone.

Purtroppo in questo paese è stato già un grande passo averne parlato in un programma tv piuttosto seguito ed il tempo ci dirà se qualcosa nel merito si sarà mossa.

Nel frattempo son certo che le compagnie telefoniche stiano già studiando il sistema con cui riprendersi i fatidici due euro, una volta abolito il furto, che ci hanno perpetrato da troppi anni.
Chiederanno un aumento (sempre che abbiano bisogno di chiederlo) delle tariffe, magari anche solo di tre centesimi a telefonata o simili, ma credo che dopo l’aumento degli sms, si inventeranno che so, il costo di 1 centesimo ogni volta che si chiama il servizio clienti, o promozioni fasulle e altri trucchi da funamboli a cui noi italiani siamo abituati;
Insomma i soldi ce li riprenderanno in qualche modo.

Bisognerebbe far sì che il governo indichi per legge qualche sistema che ci permetta di poter esigere da queste compagnie di Brigantaggio il dettaglio dei costi e dei ricavi e nel caso stabilire una sorta di calmiere.

Il problema vero è che le company sono abituate troppo bene qui in Italia: massimo profitto e minimo scrupolo.

Questo è comune ad ogni azienda che emette bollette soprattutto e non solo.

Il gas e l’energia elettrica hanno aumentato a dismisura i costi al pubblico;
negli ultimi 5 anni in Italia le tariffe sono triplicate, senza che ce ne sia stato un reale bisogno.

Tali aumenti oltre al lucro smuisurato hanno permesse inoltre a certi CIALTRONI di impostare una campagna propagandistica sulla (falsa) necessità di “ritorno al nucleare”:
i canonici DUE piccioni con UNA fava.

Ci conoscono e ci prendono per la gola.

Avendo fatto parte in gioventù dei vari comitati anti nucleare ed avendo fatto attivismo sul referendum vorrei esprimermi in merito :
La ricerca deve andare avanti senza tentennamenti ed in maniera massiccia.
Anche nel campo del nucleare. Magari trovando un giorno il sistema per arrivare alla fusione nucleare in laboratorio a livelli di alto rendimento con piccolo costo di produzione.

Qualcuno si sta già attrezzando (con calma…) sui motori ad idrogeno;
Ovviamente lo stanno facendo a livello mondiale, studiando nei dettagli la rete distributiva, e non solo. Il fine reale sta nel fatto che una volta portato a regime l’uso di questo gas, esso presenti quantomeno lo stesso margine di profitto che presenta oggi il petrolio;
ma dovrà essere sicuramente più alto, e , garantire alle aziende lo stesso potere di controllo sull’economia e sulla politica, ovvero lo stesso controllo degli Stati....

La realtà è un altra , lampante, le Energie Alternative ci sono , esistono e sono infinitamente più sicure ed economiche; il solare è quello più versatile e meno dannoso per la compatibilità ambientale, la nuova scoperta dell’uso di molecole biologiche al posto del silicio, apre tantissime possibilità di applicazioni a livello sempre più capillare, dato il minor costo, il minor peso,la maggiore resa e la flessibilità dei nuovi pannelli, addirittura pieghevoli.
Immaginiamone l’uso sui portatili et mezzi di trasporto.
Mi ritengo arcistufo di questa politica energetica da ficition e pragmaticamente dico :

Su queste nuove forme di energia si deve puntare! il più velocemente possibile !

lunedì, gennaio 08, 2007

MA PERCHE' CE LI IMPONGONO??

Ciao amici buon inizio di 2007.....giusto perchè sono influenzato (il crudo clima Milanese non lascia scampo) vorrei iniziare subito con una polemica : ma sì inizio!
Sono rimasto fermamente contrariato per l’articolo di Fiamma Nirenstein “la guerra che verrà” nel numero odierno di Panorama in edicola.
Senza voler entrare nel dettaglio sulle continue aggressive posizioni della signora in questione, mi sembra evidente che ella alimenta con questo articolo il dibattito di chi sostiene che "ORAMAI siamo trascinati in un clima di guerra e conflitto permanente", già di per se stesso pubblicizzato dalla “guerra al terrorismo” americana.
La Nirenstein parla sempre (e ribadisco sempre) di nemici, terroristi/smo, guerre future e imminenti date per certe come se stesse chiacchierando al bar, che sò, di risultati sportivi.
Mi sarebbe piaciuto, invece, averla sentita più spesso parlare di diritti umani, diritto internazionale e umanitario, giustizia, tolleranza, cooperazione.
Come dire e se una volta tanto ponesse l’accento su questi aspetti?
Con questo modo fare giornalismo (giornalismo?) la signora Nirensteion altro non fa che istigare alla consapevolezza di credere che il mondo contemporaneo, soprattutto dopo i tragici avvenimenti dell’undici settembre 2001, viva in un clima di guerra permanente e di paura.
La sicurezza come giustificazione di ogni comportamento.
Io invece credo fermamente che si debba distinguere nettamente lo stato di guerra (l’eccezione) dallo stato di pace (la regola) e non appiattire il concetto guerra ad un ornamento della politica internazionale.
La Carta dell’ONU, dopo il tremendo massacro europeo (e non) del ‘900, intima a ribadire questo principio.
Alla Nirenstein sembra di ordinaria amministrazione, come ha scritto, che le autorità israeliane nei prossimi dieci anni si prefiggano "il compito di vincere una guerra di lunga durata e non convenzionale"?
Sadicamente, parrebbe che ella si aspetti con ardore lo scoppio di un altro confitto…
In tal caso: perché?
Ma sopratutto : Cui prodest ?
La Nirenstein elenca le pseudo minacce che incombono sulla sicurezza di Israele quali, Hamas, Hezbollah, Iran e Siria, ma si è mai chiesta cosa Israele può fare seriamente per la pace sua e dei suoi vicini, senza cercare ostinatamente la via dello scontro?
Sono certo che qualche esempio saprà darlo.
Queste sono questioni di tale complessità che non devono essere affrontate in modo semplicistico e superficiale.
Coerenza e obiettività dovrebbero essere pilastri di un buon giornalismo al servizio della collettività.
Tali qualità sono sempre meno presenti nella stampa nostrana.
Ancor meno nella persona di Fiamma Nirenstein!
E allora mi chiedo : ma perchè i nostri giornali ci impongono certi personaggi?