venerdì, marzo 23, 2007

TEMPI MODERNI N°2

Dopo aver letto e discusso in questo mese con altri blogger dei vari problemi che attanagliano questa democrazia malata (rifiuti, informazione, politica inadeguata e screditata dal cittadino) ho cercato di riflettere su quanto realmente la democraticità delle istituzioni sia presente e quanto recepita da noi tutti. In blog aperti da blogger del sud Italia ad esempio (vedasi gli articoli nei blog di Corinne, SuperK , e Freesud) si nota una totale (e come dare torto) sfiducia nelle istituzioni ed una incredibile quanto reale perdita della democrazia e della legalità in posti dove le "mafie" la fanno da padroni ed i soggetti politici ne fanno le veci.

Leggendo anche i post su questo blog , si nota una totale percezione dell'asservimento della stampa e dei media allo stato patologico della democrazia.
Un totale discredito nei confronti degli schieramenti politici e del mondo intellettuale che circuita intorno ad essi.
Un totale crollo verticale della cultura ed un potere globale del "pressapochismo culturale".

Quali sono ormai i mezzi a disposizione di una democrazia per rimanere tale?


Dopo la caduta del muro di Berlino illustri politologi e sociologi europei si sono interrogati su quale sarebbe stata la nuova frontiera delle libertà individuali nel nuovo ordine mondiale che sembrava sorgere dalla fine della guerra fredda.
Dopo qualche anno di dibattiti è stata largamente accreditata (nei salotti del pensiero) l’idea secondo cui, dopo la conquista (lungo il ‘900, nell’ordine) della libertà dalle catene dell’indigenza, dalle tenaglie degli assolutismi e dalla minaccia dello scontro distruttivo tra le superpotenze nucleari, la nuova nozione di libertà dell’homo occidentalis sarebbe stata espressa dal potere di concorrere più direttamente alle scelte di governo destinate ad incidere sul destino individuale.

In poche parole si salutava con favore la fine della cappa di limitazioni alle libertà collettive (le sfere di sovranità) e individuali che erano state offerte sull’altare dell’appartenenza ad un “blocco” che si trovava in guerra ,fredda sì, ma permanente, con un altro “blocco”.

Nel volgere di pochissimo la “digitalizzazione dell’immaginario” (così io chiamo il passaggio dell’informazione dai canali della tradizione “brain-to-brain” ai canali della rete ad accesso “brain-to-anything-to-brain”) ha suscitato la classica sequenza delle docce calda-fredda.
Si è passati dall’entusiastica speranza che la rete potesse veicolare in modo diretto ed utile la nuova forma di libertà partecipativa appena salutata dai pensatori, ai timori per le derive neo-populistiche e per l’appropriazione dello scibile da parte di altrettanto nuovi poteri tecnocratici etc.. Questa la parabola degli interrogativi.

Azzardare delle risposte? Perché no?

Io credo che sia giusto sollecitare le istituzioni democratiche ;
perché non esiste una alternativa interna alla tradizione democratica, per metabolizzare i cambiamenti di lungo periodo indotti dalla rivoluzione dell’informazione, e perché la democrazia rappresenta ancora oggi per la tutela dei diritti individuali il meno peggiore dei sistemi di governo.

Ma questa convinzione non è scevra dalla consapevolezza che ci troviamo di fronte a mutamenti ben più profondi e radicali di quelli “governabili” con gli ordinari strumenti della democrazia parlamentare.
E questo perché nessuna “morigerazione della rete” potrà arginare la diffusione prorompente del nuovo immaginario determinato dalla rete stessa: nessun frequentatore della rete percepisce più i confini nazionali come un limite della sfera dei propri interessi individuali.
Ciascuno avverte (e rivendicherà) il diritto di influire o cercare di influire sui problemi a prescindere dalla allocazione geopolitica delle risorse e dallo stato delle relazioni istituzionali.

I partiti e i sindacati (notoriamente impermeabili alle regole democratiche nelle proprie dinamiche interne) non saranno più considerati dai cittadini come i canali più efficienti per veicolare le proprie idee e farle conoscere agli altri cittadini.

Le istituzioni preposte alla erogazione dei servizi sociali già oggi non sono più l’unico né il più efficiente canale a disposizione del cittadino per fare conoscere i propri problemi e per reclutare eserciti di volenterosi e anonimi solidali, tra i quali spesso si presentano esperti (ad es. medici o giuristi, piuttosto che tecnici) più qualificati di quelli messi a disposizione dal servizio pubblico.

Il depotenzionamento dei soggetti intermedi (partiti, enti etc.) altererà l’equilibrio dei sistemi parlamentari basati proprio sulla mediazione tra popolazioni e potere.

E’ un fatto.

Una linea di tendenza insopprimibile sulla quale non esprimo giudizi.

Una linea di tendenza che certamente ci presenterà il conto.

21 Comments:

At 5:09 PM, Anonymous Anonimo said...

Nel panorama culturale americano recentemente si è assistito ad un ritorno di interesse per l’opera di Walter Benjamin del 1936 attraverso una sostanziale linea di pensiero reinterpretativo che aderisce ai principi decostruzionisti che sono alla base delle riflessioni sul post-moderno.
Da ciò è evidente l’analogia che si è creata quasi meccanicamente con il processo di navigazione sulla rete informatica composta di frammenti messi in correlazione tra loro in maniera tendenzialmente casuale, negando, in tal modo, una metodologia progettuale che ne giustifichi l’esistenza.
Non è un caso che esistano alcuni siti Internet che hanno eletto Benjamin come padre putativo della moderna tecnologia informatizzata.

Oggi, tale riflessione è tanto più giustificata quanto più si pensa alle possibilità intrinseche alle nuove tecnologie, che permettono che chiunque possa intervenire su un prodotto artistico impedendo l’acquisizione di requisiti che si rifanno all’unicità.

E questa unicità non riguarda soltanto l’artista, ma anche più propriamente la fruizione dell’opera, se si pensa alla possibilità esponenziale di accesso alle informazioni di Internet.

E, infatti, oggi si parla di ‘globalizzazione’ della cultura, verso quello che uno dei maggiori teorici della realtà virtuale, Pierre Levy, chiama lo sviluppo di una intelligenza collettiva; un traguardo che, secondo le sue linee di pensiero, conduce verso una maggiore democraticizzazione della cultura e dell’informazione.

 
At 5:36 PM, Anonymous Anonimo said...

Ormai i partiti ed i sindacati hanno perso da tempo il contatto con la società civile che considero come te una pura astrazione.

Trovo che il politico sia sempre più simile ad un negus sul suo trono ben distante dall'evolversi del modus operandi di ogni cittadino.

Ho letto nei blog che hai citato come ad esempio intere regioni del sud Italia sono completamente abbandonate dalle istituzioni che però fanno pagare i servizi.
Ho letto di come i partiti ormai siano una sorta di nucleo privato
al quale non ci si rivolge più e con il quale si interagisce solo per interesse economico.

In un certo senso il panorama politico è quello che sono da anni le elezioni americane (uno scontro tra due lobby che rappresentano la minoranza oligarchica al potere).

Che fare?

La politica democratica si fonda sulla partecipazione del cittadino alla vita politico decisionale del paese ma entriamo in un vero e proprio campo minato....

Forse la rete ha aperto degli interessanti spazi di conflitto ma chi ci assicura che essa non diventi un arma ancor più forte nelle mani delle suddette oligarchie?

 
At 5:39 PM, Anonymous Anonimo said...

Cosa devo fare?
Mi levo il cappello?
Tanto di cappello!!!

Un abbraccio a te
Corinne


OT: Nun c'abbandonà!!!
LA LOTTA E' DURA MA NN CI FA PAURA!!!

 
At 5:40 PM, Anonymous Anonimo said...

Ma siete così sicuri che l'avvento di internet (ricordo che è stato per anni nelle mani dei potentati della "guerra fredda" che ce lo hanno concesso) sia così una forma di liberazione dalla gogna rappresentata dal trittico politica-informazione-cultura?

Io no.

E questo freakettonismo informatico in cui si vede il freedom nella rete mi fa ridere.

Ora rispondetemi:
Nella rete avete avuto più la sensazione di trovarvi in una grande casa di vetro illuminata o in un buio budello sotterraneo senza uscita?
Se la risposta è la prima, scusatemi, ma non avete capito una minchia di questo fenomeno, e comincio a preoccuparmi.

 
At 5:42 PM, Anonymous Anonimo said...

Ideologo brasazio....la tua citazione su W. Benjamin non c'entra una sega con il topic.

Sei il solito cialtrone !

 
At 5:54 PM, Anonymous Anonimo said...

La realtà è come sempre complessa, mutevole e difficile da riprodurre per mezzo di categorie e modelli statici. Occorre adeguare il proprio pensiero ed il proprio comportamento al contesto che, soprattutto al giorno d’oggi, cambia sempre più rapidamente. Faticoso ma necessario.
Ad esempio Il concetto di privacy sta cambiando, ed occorre coniugare le giuste battaglie in difesa della riservatezza con la necessaria apertura verso una trasparenza inevitabile.
Per le informazioni generali invece ,vere , false, si possono ottenere anche da canali diversi da Internet sia pure con maggiore difficoltà....insomma credo che la rete si possa definire una cosa che comunque si è intromessa tra società ed informazione, e , quindi tra società e politica e quindi tra cultura generalista e controcultura....
Non so dare spiegazioni articolate ne dire se è uno strumento in più per noi o per chi dirige dalla stanza dei bottoni ma è comunque come dice stefano uno spazio di conflitto in più.....

 
At 6:19 PM, Anonymous Anonimo said...

Oddio gli ultimi due sono peggio dell'ideologo Brasazio...

Que pena!

 
At 6:34 PM, Anonymous Anonimo said...

No, mi pare che la rete non sposti ma amplifichi da ogni parte il nocciolo del problema, e non di facile soluzione.
Pensare che la scelta della trasparenza totale sia una soluzione equivale a dire, che tutti (non solo il potere) siamo trasparenti ma questo atteggiamento introduce surretiziamente e subdolamente un ragionamento speculare, ovvero informazioni più libere, controcultura con più fluidità di diffusione e distruzione delle vecchie forme di tutela del cittadino (partiti e associazioni ormai divenute corporazioni impenetrabili in mano a loro volta piccole oligarchie) da una parte ma utilizzo dello strumento stesso da parte del potere per legittimarsi ancora di più in maniera poco corretta dell'altra.
Questo atteggiamento è proprio quello che sostengono le parti interessate all’informazione (echelon, FBI, CIA, SISMI, SISDE e chi piu ne ha piu ne metta): se hai paura di dirmi chi sei vuol dire che hai qualcosa da nascondere, quindi la mia azione è giustificata dal tuo stesso rifiuto, e sta a te giustificarti.

Insomma c'è una certa doppiezza che
non mi piace per niente!

 
At 6:44 PM, Anonymous Anonimo said...

CORO Verrà quel giorno. Ma ora dobbiamo affrontare ciò che incombe. Ad altri spetta la cura del futuro.

CREONTE Ma io prego mi sia concesso ciò che ho chiesto.

CORO Nulla può ora la tua preghiera. Non c’è scampo dalla sventura che il destino infligge ai mortali.
.
.
Sofocle, ‘Antigone’ (442 a.C.)

 
At 6:47 PM, Anonymous Anonimo said...

Io invece un problema di conflitto ce l’avrei con quei tizi dei call center che telefonano ale ore più disparate per proporre 87.448 tariffe diverse per l’adsl a casa.
madonna che par di coglioni, ma a voi succede?
almeno tre o quattro volte a settimana chiamano certi tizi, l’altra sera alle dieci, e sparano a raffica lo spottino.
con l’ultimo ho pure intavolato un’interessantissima disquisizione sul fatto che nel anno di grazia 2007 il signor klaus il computere a casina semplicemente non ce l’ha.
nè, tanto meno, c’ha voglia di averlo.
cosa che ha stupito, quasi scandalizzato, il giovanotto…

Eccola qui la tecnologia e i suoi spazi di conflitto!

 
At 7:12 PM, Anonymous Anonimo said...

Allora vi faccio due esempi di scazzo generalizzato .

Diciamo due esempi leggeri leggeri

Senza tirare in ballo i massimi sistemi.

L'altra sera (causa influenza) a casa guardo troy.
Non tanto per interesse quanto per curiosità sadomaso , per capire come la cultura da Blockbuster riduca a pezzeti la cultura dei nostri padri.
Risultato: Pessimo , peggio delle mie più catastrofiche previsioni ( e vi assicuro che erano da tzunami)

Troy è una cosa inguardabile, specie per chi, come tanti, si è letto l’iliade.

Orlando Bloom pazzesco, ai livelli di Pippo Franco.
Ettore bravino ma nun centrava un cazzo ....
Pitt era molto più bravo prima di scoprire la sua universale capacità di arrapamento (diciamo fino al 1998); due sere fa ho visto il film con la Jolie, tutto il tempo con la stessa espressione e la lingua accostata alle labbra, pseudo eros da baraccone.

Insomma un film del cazzo che un regazzino lo rincoglionisce peggio di quanto lo ha già fatto topolino (quei film ricrentiniscono li bimbi diceva il meraviglioso Pippo sballato di andrea pazienza).

Poi Liuck (si il mallinza) mi dice di andare a vedere sulla rete un troy che gli han consigliato i suoi amici Baresi :
Ci vado e cosa vedo?
Il più bel troy che tu potrai mai vedere !!!!!
è la versione completamente e perfettamente doppiata in dialetto di Gravina da dei ragazzi (artisti?) del posto della versione ollivudiana passata l'altra sera in tv.

Giuro, che è da morire dal ridere…
Una chicca :

Achill’ sotto le mura di Ettore:
”eeeeeeeeeeetttoooooooreeeeeeeee, ettoreeeeeeeeeeeeee”

Ettore di rimando:
” Intant’ ci è ca’ scass all’i uott d’matin sott’a cas’”

Ragazzi da morireeee!

Beh in questo caso la rete mi ha dato un incredibile opportrunità di uscire dalla gogna blockbusteriana...

Non trovate?

Ps : Il troy gravinese Lo trovate su emule, o altri client per scaricare musica e film.

 
At 8:06 PM, Blogger lucapap said...

ah, la rete!
chi possiede la rete?
chi controlla la rete?
chi decide i protocolli di rete?
quanti africani usano la rete?
quanta parte della rete e'in inglese?
che percentuale ha il traffico p2p sul totale della rete?
quanti politici italiani sanno cosa e' la rete?
quanti politici mondiali sanno cos'e' la rete?
quanto porno c'e' sulla rete?
quanta pubblicita' c'e' sulla rete?
tu ci sei sulla rete?
a cosa serve la rete?
quanto tempo passi sulla rete?
quanto tempo passavi davanti alla tv prima della rete e quanto ne passi adesso?
e tua madre/tuo padre?
quanta gente hai conosciuto tramite la rete?
compri ancora i quotidiani da quando c'e' quel cazzo di repubblica.it?
sai cos'e' gopher, archie e telnet?
oss, gnu, fsf, stallman, torvalds ti dicono niente?

ah, la rete!

[uno che ci vive immerso]

 
At 8:26 AM, Anonymous Anonimo said...

lo ripeto anche qui
la guerra per il controllo della comunicazione e la libertà di parola ,è molto antica ,e quelli al potere cercheranno sempre di vincerla a loro vantaggio,con ogni mezzo , compreso questo

ciao.

 
At 1:12 PM, Anonymous Anonimo said...

grazie di essere passato da me e dei complimenti, che ricambio!Spero ritornerai!Salutoni, Rosy.

 
At 11:32 AM, Anonymous Anonimo said...

Predica Bene e Ratzola male


Ciao a Tutti/e, siamo le registe del documentario "Predica Bene Ratzola Male" , documentario su Unioni Civili, Laicitá dello Stato e Disinformazione Televisiva e cartacea.
Ormai sono mesi che il nostro progetto è terminato, in Italia non si parla che di coppie di fatto e ingerenza vaticana, abbiamo fatto proiezioni in varie cittá italiane ma quando si tratta di proiettarlo a Roma ci vengono chiuse le porte in faccia...è un documentario che tutti dovreste vedere, non riusciamo a trovare una distribuzione e la gente continua a chiederci dove poterlo reperire e comprare... noi per adesso abbiamo il sito e un piccolo trailer: www.predicabeneratzolamale.org
Come mai un documento come il nostro non trova spazio in Italia?
Questa è la domanda che ci facciamo ogni giorno...
visitateci nel nostro sitoweb!
a presto!
saraYluna

 
At 11:35 AM, Anonymous Anonimo said...

In questa italietta noiosa e conservatrice forse l'utilizzo della rete ci può permettere di essere più a contatto con il resto del mondo civile....o sbaglio?

 
At 1:51 PM, Anonymous Anonimo said...

Caro Luca, intanto grazie davvero di avermi citato.
Riguardo al tuo post, sono convinta che oramai ci siano due realtà parallele da affrontare: una è quella che viviamo tutti i giorni, una realtà poco pulita e poco piacevole, l'altra è quella "creata apposta per noi" da chi ha avuto (ed ha tuttora) la necessità di nascondere il vero se stesso nella prima realtà. Non è, secondo me, una questione di istituzioni o soggetti intermedi, non è una questione di democrazia (della quale mi pare ormai superfluo parlare) e neanche di quello che la rete offre o ci illude di poter offrire...c'è piuttosto l'urgenza di tornare alla realtà, quella vera, quella di tutti i giorni, quella che ci sta ammazzando e ci inganna nascosta sotto fiction, false notizie, notizie inuti assurte a "casi" e leggi "ad personam". Ma, come giustamente continua ad affermare Corinne...il problema sta nelle persone le quali ,per conodità, fanno fatica a riconoscere come reale una realtà talmente sporca da divenire a volte inaffrontabile soprattutto se nessuno gliene fornisce gli strumenti.

Scusa se mi sono dilungata un pò, ma mi pareva che ne valesse la pena.

Baci

SuperK

 
At 3:14 PM, Anonymous Anonimo said...

Io credo che abbiate figli miei perso la via indicata dal profeta.

La rete è uno strumento nuovo di mediazione tra la politica ed il cittadino????

Questo vi chiede il mallinza....

E se sì , è un bene o un male visto che i primi a perdere il loro potere contrattuale sarebbero i partiti politici, le associazioni, i sindacati.

Il Mallinza non si esprime ma ritiene che questa situazione ci presenterà il conto.

Ora chiaritovi il dilemma (ma li leggete i topic???) vi dico la mia risposta :
La rete "Come strumento per una maggiore partecipazione dei cittadini alla conoscenza della vita della collettivita’" e’ perfetto. Potrebbe essere assimilata ad una forma di agora’ attualizzata.
Vi dirò di più se Socrate e i sofisti ci fossero anche oggi sarebbero dei grandi surfers.

E voglio vedere ci me lo contesta.

 
At 3:22 PM, Anonymous Anonimo said...

Brasazio Ideologo di sto cazio...o ti devo chiamare bornriP?

Questa della rete e del suo peso in politica è l'eterno tormentone da quando esiste.
Si va dall'apologia entusiasta alla depressione fulminea....

Se invece proviamo a ribaltare il concetto del Mallinza e ci chiediamo: quanto la politica si afida alla rete per avere un suo contatto con il cittadino?

Credo molto poco, viene usata come mezzo trendy propagandistico sotto elezioni o presunte crisi , i sindaci o futuri tali o i vari candidati aprono blog che leggono giusto nella settimana calda e poi se ne strafottono.....

Probabilmente non la ritengono così peicolosa e non ritengono così imminente questa cosidetta "sostituzione ai partiti" dell'interlocuzione.
Probabilmente....

Risposte più sicure ce le potrebbe dare Socrate il sofista surfer!
Delirante Ideologo Delirante

 
At 12:05 AM, Blogger lucapap said...

per sarayluna
visto che mi venite sul "mio" campetto


ma perche' invece di lagnanza non lo fate scaricare sto film che "è un documentario che tutti dovreste vedere" e che "la gente continua a chiederci dove poterlo reperire e comprare."

ma che volete farci i soldi col documentariello?

mettetelo sul sito cosi' il problema distribuzione "evapora" immediatamente

"Come mai un documento come il nostro non trova spazio in Italia?"

A me me pare un servizio di rai3, piu' che un documentario.

Sempre a giudicare dal trailer.
(che sembra sempre un promo di rai3)

 
At 12:15 AM, Blogger lucapap said...

brasazio
viene sempre fuori la tua anima socialdemocratica di regolatore e precisetto

 

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