martedì, luglio 18, 2006

QUESTA E' LA GUERRA

Questo é il mio commento, questa é la difesa che israele giudica giusta e legittima, questa é la vostra guerra:

Seicento milioni di dollari di perdite per il bilancio dello Stato, 80 per cento degli alberghi svuotati, 90 mila persone scappate verso la Siria, 460 cittadini occidentali evacuati, decine di infrastrutture civili distrutte, centinaia di morti e di feriti, migliaia di sfollati: numeri, numeri, numeri...
Per gli spettatori la guerra è un cumulo di cifre e di statistiche.
Ma per noi interessati, il linguaggio ha una portata diversa, concreta, palpabile: le vittime hanno i volti di amici e di familiari, i ruderi sono sinonimi di anni di paralisi economica, e i danni significano lunghe giornate senza acqua, notti interminabili senza elettricità, e parenti cari che non rivedremo forse mai più.
L'immagine dei quindici bambini bruciati vivi nell'autobus che provava a fuggire dal villaggio di Merwaheen mi ossessiona.
Provo a indovinare i loro nomi e le loro vite: Sami aveva magnetici occhi neri, Mohammed era bravissimo a scuola, Fatema sognava di diventare scrittrice, a Nour piacevano gli arcobaleni... Spero almeno che le loro mamme siano sparite con loro: la morte di un figlio è il più indecente dei drammi.
L’altro pomeriggio mi ha preso una voglia di ribellione, un rifiuto ostinato di lasciarmi andare alla disperazione. Volendo fingere che la vita fosse normale malgrado tutto, sono andata a vedere con i miei figli un film a Jounieh, città costiera teoricamente sicura, 15 minuti a nord di Beirut. Finita la proiezione, e usciti dalla sala, comincia il raid sul porto davanti a noi. La gente nella strada grida impazzita. Corriamo verso la macchina, il fumo ci circonda. Mi si piegano le ginocchia dalla paura, Mounir e Ounsi scoppiano a piangere, ma riesco a guidare lo stesso; guido come una matta fino a quando raggiungiamo casa.
No, la vita non può essere normale quando si è libanese, imparo, per l’ennesima volta, a mie spese.

Joumana Haddad (Poetessa e giornalista libanese)

25 Comments:

At 1:25 PM, Anonymous Anonimo said...

Oggi al TG3 ho visto una carellata di immagini di vittime israeliane: palazzi sventrati, bambini in lacrime, disperazione assortita. Poche invece le immagini di Gaza o del Libano, paese a cui fra l'altro Israele ha avuto il coraggio di intimare di non attaccare i bombardieri israeliani in missione d'attacco...

Mi sono chiesto perche' un TG di sinistra avesse preso le parti di Israele e rifiutato l'equidistanza. Se sono cosi' appiattiti nella difesa di Israele (o nell'autodifesa dagli amici di Israele) non avranno certo la forza di superare i "no" ed i "veti" di fronte a un'iniziativa nuova e che potrebbe anche mettere i bastoni fra le ruote alla politica criminale di Israele e alla spirale di guerra innescata quest' estate (e che fa tanto felici le compagne petrolifere, non dimentichiamolo).

 
At 1:31 PM, Anonymous Anonimo said...

Jacopo la risposta la trovi nel Piero Fassino nazionale:

"Sarò lì da uomo di sinistra e di pace che da sempre si batte per una pace giusta in Medioriente che garantisca a Israele di vivere sicuro e senza paura dei propri vicini, accanto ad uno Stato palestinese indipendente e democratico"
Ma io mi chiedo :Fassino, ma tolti due o tre finanziatori che hai a Torino, e diciamo la traspa a Milano (che fine hai fatto francesca?)pensi che i tuoi elettori credano a queste balle? Fassino non ha mai mosso un dito in iniziative pro-palestina.
Se non e` pro-israele, Fassino non muove il cadavere.
Fate una bella cosa e seppellite fassino, che e` gia` morto

 
At 1:35 PM, Anonymous Anonimo said...

Dopo mesi di continua tensione ed escalation militare
nei
Territori Occupati, culminata un mese fa con la
rioccupazione
della Striscia di Gaza, questa settimana la guerra in
Medioriente
è deflagrata in maniera inaspettata nel Libano
meridionale:
Israele sta bombardando da giorni le infrastrutture
civili
libanesi e i quartieri Sud di Beirut. La flotta
israeliana, che
staziona a poche miglia al largo dei porti libanesi,
blocca
l'accesso al paese via mare, mentre gli F16 israeliani
distruggono
aeroporti, ponti e autostrade. Il Libano è
completamente isolato,
non è possibile entrare né uscire dal Paese e circa
trecento
italiani residenti a Beirut venerdì hanno attraversato
il confine
con la Siria poco prima che questo venisse bombardato
dai caccia
israeliani.

La guerra in Libano è stata la reazione israeliana
all'azione
militare degli Hizbullah, al confine tra Libano e
Israele, in cui
un commando della guerriglia ha sconfinato in Israele
catturando
due soldati israeliani. In realtà, sembra improbabile
che il piano
di attacco al Libano sia stato improvvisato: il
governo di
Gerusalemme lo ha preparato nei dettagli, aspettando
il pretesto
per giustificarlo agli occhi dell'amministrazione
Bush. Così come
è chiaro che la rioccupazione di Gaza e l'arresto dei
ministri del
governo Hamas erano in programma da tempo, in attesa
dell'occasione per far partire la macchina della
propaganda
israeliana, fornita in questo caso dal rapimento del
soldato
israeliano a Gaza da parte dell'ala militare di Hamas.
In poche
settimane, dunque, Israele ha scatenato una guerra su
due fronti
opposti. Molte sono le analogie tra i due attacchi,
anche se la
differenza strategica è sostanziale.

Gaza e Libano: due guerre diverse

Su entrambi i fronti, la guerra è scaturita da
gravissimi errori
tattici dei soldati israeliani sul campo. Il rapimento
del soldato
israeliano a Kerem Shalom, nei pressi di Gaza, ha
avuto luogo
durante un attacco di un commando palestinese,
penetrato in
Israele attraverso uno dei tanti tunnel scavati sotto
il confine.
L'esercito israeliano in questa occasione è stato
colto
completamente di sorpresa e, nonostante la
schiacciante
superiorità di uomini e mezzi, ha subito una pesante
debacle. Allo
stesso modo, l'azione della guerriglia Hizbullah al
confine con il
Libano è stata resa possibile dalla completa
incompetenza degli
ufficiali di pattuglia lungo la recinzione di confine,
nonostante
Hizbullah avessero da mesi annunciato l'intenzione di
catturare
soldati di Tel Aviv, per attuare uno scambio di
prigionieri.
Questi due episodi hanno suscitato scalpore e critiche
sulla
stampa israeliana. Alcuni commentatori hanno fatto
notare come, a
causa dell'occupazione militare dei territori, i
giovani soldati
vengano ormai addestrati da anni a reprimere
l'Intifada
palestinese e ad umiliare i palestinesi ai check
point, ma si
scoprano del tutto impreparati ad affrontare azioni di
guerra.
Entrambi gli episodi a Gaza e al confine con il Libano
hanno dato
modo ad Olmert e Peretz di mettere in atto quelle
azioni militari
che stavano preparando da tempo. I bombardamenti a
Gaza e la sua
effettiva rioccupazione, che hanno causato ormai
decine e decine
di vittime civili, soprattutto donne e bambini, sono
stati
intrapresi con lo scopo dichiarato di liberare il
soldato rapito e
di fermare il lancio dei razzi Qassam verso Israele.
Ad un mese di
distanza, com'era ovvio, nessuno dei due obiettivi è
stato
raggiunto e appare ormai chiaro il vero obiettivo
dell'attacco: la
resa dei conti con il governo di Hamas, che Olmert ha
deciso di
decapitare manu militari. Tuttavia, negli ultimi
giorni il
riposizionamento dell'esercito israeliano al confine
settentrionale sta in parte alleviando la morsa
dell'occupazione
su Gaza: le truppe di occupazione si stanno ritirando
dal centro
della Striscia, anche se gli attacchi aerei continuano
a colpire
gli uffici dei ministeri dell'ANP, massacrando
collateralmente
intere famiglie palestinesi.

La decisione di portare la guerra in Libano
rappresenta però una
svolta di lungo periodo nella politica israeliana.
Nonostante i
continui episodi di conflitto a bassa intensità
avvenuti dal
ritiro unilaterale dal Libano nel 2002, Ehud Barak e
Ariel Sharon
avevano sempre deciso di non ingaggiare una guerra
totale con gli
Hizbullah, che avrebbe riportato la situazione
indietro di
vent'anni, ma di assecondare il progetto americano di
instaurare
un governo libanese filoccidentale. Il nuovo governo
Olmert-Peretz, il primo governo privo di ex-generali,
è al
contrario alla disperata ricerca di un'immagine
intransigente e
inflessibile: ha dato quindi il via libera
all'esercito, i cui
scalpitanti generali ormai dettano l'agenda della
politica
israeliana. L'altro aspetto della guerra libanese è il
profilo
strategico a lungo termine dell'attacco, laddove
invece la
rioccupazione di Gaza è una mossa tattica decisa dopo
le elezioni
palestinesi di Gennaio. La guerriglia sciita
Hizbullah, a
differenza dei sunniti di Hamas, è bene organizzata,
dispone di
ingenti finanziamenti da parte della Siria e
dell'Iran, fa parte
del governo libanese e controlla di fatto il sud del
Libano. A
quanto pare, la leadership israeliana ha deciso di
risolvere
definitivamente il problema Hizbullah. Peretz ha
infatti
dichiarato che la guerra in Libano "sarà lunga e non
avrà termine
finché le milizie Hizbullah [che ora controllano il
confine tra
Israele e Libano], non verranno disarmate, come
richiesto dalla
risoluzione 1599 dell'Onu." Ha inoltre reso noto,
durante una
inquietante intervista, che l'aviazione israeliana
colpirà anche
obiettivi civili, ovunque i civili facciano
intenzionalmente da
scudo ai depositi di armi degli Hizbullah, ponendo
così fine al
rammarico ufficiale del governo per le vittime civili
causate a
centinaia dai bombardamenti israeliani nell'ultimo
mese.

La guerra contro la Siria e l'Iran

Appare chiara ormai la reale portata strategica della
guerra in
Libano. Tra le varie opzioni sul tavolo, Israele ha
optato per il
confronto militare indiretto con la Siria e l'Iran sul
suolo
libanese. Nonostante il lancio continuo di razzi
Katyusha sulle
città israeliane del nord (per la prima volta anche
Haifa e
Tiberiade sono state colpite), la minaccia degli
Hizbullah è
infatti notevolmente inferiore a quella rappresentata
dalla guerra
aperta contro la Siria sulle alture del Golan. D'altra
parte, nella situazione
attuale una guerra contro Siria e Iran non sarebbe
sostenibile dagli
Stati Uniti, che lasciano a Israele il compito di
ridisegnare le
influenze regionali. Le milizie
Hizbullah ricevono ordini direttamente da Teheran e
appoggio
logistico dalla Siria. Dopo il recente ritiro della
Siria dal
Libano, il ruolo degli Hizbullah nel sud del paese ne
è uscito
indebolito e Israele sta attaccando massicciamente
nella speranza
di annientare la milizia filoiraniana (e il suo
appoggio popolare
nel paese). In questo caso, l'influenza della Siria
nella regione
verrebbe definitivamente ridimensionata, mentre l'Iran
perderebbe
quella proiezione militare verso Israele rappresentata
dagli
Hizbullah. A conferma di questo scenario, pare che
Olmert, in via
ufficiosa, abbia dato a Damasco un ultimatum di tre
giorni per
persuadere gli Hizbullah a bloccare gli attacchi con i
Katyusha.

All'interno dello scacchiere mediorientale, i paesi
arabi in
questo momento sono estremamente divisi e non riescono
a
raggiungere una posizione univoca di condanna di
Israele. Da una
parte infatti sono fortissime le pressioni americane
sui regimi
amici, quali l'Arabia Saudita e il Kuwait. Dall'altra
parte, un
eventuale rafforzamento della Siria creerebbe uno
scenario
favorevole ad un eventuale attacco statunitense
all'Iran,
precipitando l'intera regione nel caos, situazione che
danneggerebbe assai Giordania ed Egitto. Durante la
riunione
d'emergenza della Lega Araba, nonostante la richiesta
unanime di
un intervento dell'ONU contro Israele, si è assistito
infatti ad
uno scontro sulla legittimità dell'azione della
guerriglia
Hizbullah, appoggiata solamente da Siria e Iran.

Per il momento, l'unico risultato dell'attacco
israeliano in
Libano è stato di precipitare il paese indietro ai
tempi della
guerra dell'82, così come l'occupazione di Gaza ha
ripiombato la
prigione palestinese indietro di molti anni. I pesanti
bombardamenti israeliani hanno distrutto le
infrastrutture civili
e Beirut stessa, faticosamente ricostruita negli
ultimi anni e
ritornata meta turistica per i paesi arabi, è stata
pesantemente
colpita, mentre la popolazione in fuga verso la Siria
viene
colpita accidentalmente sulle autostrade dai caccia
israeliani. Il
premier libanese, in un appello televisivo, ha chiesto
un
immediato cessato il fuoco e ha pregato Bush di
fermare
Gerusalemme. La collera israeliana tuttavia non sembra
destinata a
placarsi. Le due azioni di guerra a Gaza e in Libano
hanno
raffreddato le relazioni tra Israele e Unione Europea,
i cui
ministri hanno condannato l'uso eccessivo della forza
da parte di
Gerusalemme e chiesto il cessate il fuoco su tutti i
fronti.
Tuttavia, finché Israele disporrà del veto americano
incondizionato al Consiglio di Sicurezza, sembra
difficile che la
comunità internazionale possa uscire dalla paralisi
impotente in
cui si trova dall'invasione di Gaza. Al momento,
dunque, il
governo israeliano ha mano libera per risolvere gli
attriti con
Hamas, Siria e Iran come meglio credono i generali
dell'IDF,
secondo i quali la guerra sarà "lunga e difficile."

 
At 1:44 PM, Anonymous Anonimo said...

Caro Stefano sei esageratamente prolisso ma devo dire molto preciso (sempre che a uno non esplodano gli occhi nel leggerti). Questo ed altri blog che trattano la guerra in libano (perchè di guerra si tratta) partono da un problema difficile che riguarda il rapporto tra diritto internazionale e la "Realpolitik". Il commento di Chirac, la proposta di Prodi e quella di Kofi Annan mi sembrano giuste e sono rivolte ad un paese che militarmente domina, senza alcun dubbio, tutta l'area mediorientale. Malgrado tutto quello che di terribile hanno fatto e stanno facendo gli Hezbollah (o altri gruppi estremisti) Israele ha il coltello dalla parte del manico e la cosa sarà chiara anche se il conflitto sovrebbe estendersi alla Siria...
Si potrà continuare a deplorare i katiuscia o gli uomini-bomba, ma i numeri qui parlano chiaro:
Israele sta bombardando a tappeto uno stato sovrano perchè presume che il governo appoggi o non riesca a controllare gli Hezbollah...la cosa potà anche essere credibile ma allora l'Italia potrebbe iniziare a vessare la Croazia o L'Albania con il pretesto che i relativi governi al potere non riescano o addirittura facilitino il flusso migratorio illegale di trafficanti o mafie etniche nel nostro paese. Questo atteggiamento può creare precedenti che possono essere seguiti da altri paesi ( ed è questa la vera tragedia per il futuro).
È la famosa "guerra preventiva" già bellamente praticata dagli USA in Irak che ha portato i risultati che sono sotto gli occhi di tutti (che bella Democrazia e che paese stabile che hanno creato!!)
Mutatis mutandis questo è il nocciolo della questione che ha provocato le giuste reazioni di alcuni dei G8.
PS : L'anti-semitismo e l' islamo-fobia riversati sui vari blog che ho guardato qua e la sono veramente tristi spero che qui la censura funzioni.

 
At 1:46 PM, Anonymous Anonimo said...

Leggo post educati ma comunque anti israeliani per partito preso.
In merito a ciò rispondo a Manuela:
le cose non mi sembrano stiano proprio cosi'.
Israele non domina militarmente tutta l'area medio orientale. Al massimo si pone come alter ego a ben altre potenze (iran, siria,) che, quelle si, tengono in fibrillazione tutta quell'area.
Il Libano non solo appoggia Hezbollah, ma ne è parte integrante (stanno o no al governo?). Ora, se esponenti di un governo, rapiscono soldati di un altro stato, buttano razzi sempre su questo stato, di che cosa dobbiamo parlare ancora?

 
At 1:50 PM, Anonymous Anonimo said...

PER RACHELA :

non nego che il governo libanese abbia lasciato fare e non controlli la situazione...(vero che siano in parte anche al governo)...ma se lo scopo vero è metter fuori gioco gli Ezbollah e il lancio di missili....perchè distruggere tutte le infrastrutture di uno Stato.. bombardando città porti, aereporti ecc. stanno lì gli Hezbollah? tutti rintanati negli alberghi o negli aereporti??
Mi dispiace ma l'arsenale e l'organizzazione militare di Israele è di gran lunga la più tecnicamente avanzata e potente della area medio orientale....
La Siria e l' Iran hano poco da ribattere.
Le vittime civili libanesi del resto sono di gran lunga maggiori di quelle israeliane...
Il prestesto dell'israeliano rapito non mi sembra proprio un motivo valido per metter su un invasione di terra e metter in ginocchio uno stato...a meno che questo non abbia altri scopi...ma quali?
Chirac ha definito ABERRANTE la reazione Israeliana ...
Beh direi assolutamente ABERRANTE!!!

 
At 1:54 PM, Anonymous Anonimo said...

Cara Manuela :
non sono d'accordo. Non riesco a capire come puoi dire che Iran e Siria sono inferiori militarmente. Lo saranno pure, ma non negare che questi due stati non si stiano dando da fare per colmare questo (eventuale) gap. E se poi l'Iran riuscisse a dotarsi pure di armi nucleari, mi sembra davvero facile immaginare il tiro a bersaglio verso Israele. Poi che farete? darete addosso all'iraniano o direte che i morti ammazzati israeliani in fondo se la sono cercata? anche quì la risposta è implicita!!
Stessa risposta posso dartela sui missili Hezbollah tirati verso Safed e Nazareth...o pensi che i civili israeliani sono immortali? Se avessero beccato l'ospedale???

Il succo del discorso è questo: nonostante israele si sia ritirato dal sud del libano, gli hezbollah hanno continuato a tirare razzi verso il nord di Israele, QUOTIDIANAMENTE!!!!
Uno stato (il Libano) permetteva (passato) a terroristi di bombardare un altro stato!

 
At 2:03 PM, Anonymous Anonimo said...

Per Rachela :

dunque
A) per sviluppare armi atomiche(arrichimenot uranio impoverito ecc) ci vogliono anni...e l'Iran ad oggi non ne ha nessuna tantomeno la Siria...

B) secondo non sto affatto difendendo o appggiando quello che stanno facendo gli Hzbollah e nemmeno lo fanno gran parte dei libanesi..e non capisco questo dispertao bisogno di schierarsi!!

C) il fatto che il governo libanese non riesca a controllare parte del suo territorio, la presenza di un organizzazione militare armata con rappresentanti nel governo addirittura è si gravissimo ma non significa che lo stato ha di per se ha perso la propria sovranità territoriale....che ne dite di Cosa Nostra allora?? Certo altre strategie e altri motivi ma la logica non è lontana...

E) I razzi Katiuscia hano un raggio di 25 km al massimo ....le città israeliane colpite infatti sono state Caramiel Nahariya e Haifa...
dunque se veramente ci si vuole difendere da questi attacchi degli hHezbollah perche concentrare gran parte degli attacchi su Beirut e dintorni, Tripoli,Baalbek da dove non potrebbe partire nessun Katisucia a colpire Israele
Si, le guerre si fanno distruggendo le infrastrutture e colpendo i punti deboli per isolare le comunicazioni di un paese...benissimo..ma non mi venite a raccontare la storiella dei terrorsiti e degli ostaggi perchè non regge proprio...

Reazione ABBERRANTE vedrete che nei prossimi giorni non sarà solo Chirac a sostenerlo

 
At 3:55 PM, Anonymous Anonimo said...

Gente io non sono né filo-israeliano né filo-palestinese/arabo, ho amici provenienti sia da israele che dalla palestina e dal libano. Ho avuto modo di sentire entrambe le campane e personalmente ritengo che questo conflitto non potrá mai avere fine finché non ci sará un vero forte intervento MILITARE da parte di una coalizione internazionale. Che sia l´ONU, la UE, la NATO o che cos´altro non ha importanza. L´importante é che una forza multinazionale, multietnica, multireligiosa, che rappresenti quindi non la faziositá di una nazione, di un regime, di un colore o di un credo, ma la comunitá internazionale come tale occupi tutto il territorio (e quindi non come semplice forza di interposizione), facendosi carico di tutti i compiti di polizia e controllo militare, smantellando ogni struttura, deposito e lager militare o terroristica di propria iniziativa e con ordini ben precisi di sparare al primo segno di reazione ed altezza testa (cossidette regole di ingaggio semplici semplici). Che poi siano gli uni o gli altri ad alzare la testa fa lo stesso, perché cmq chi lo fará non avrá piú una testa. Insomma per me l´unica soluzione é l´imposizione di un regime militare realmente internazionale (e non come in iraq dove sono solo americani o cmq occidentali) che con polso faccia sbollire un po´ quelle teste calde che sono riuscite con le buone o con le cattive ad arrivere ai vertici del potere dei loro paesi - personalmente sull´improvviso declino dello stato di salute di sharon nutro forti dubbi, sopratutto perché avvenuto casualmente solo nel momento in cui egli, il falco, evidentemente un po´rinsavitosi, stava cominciando una politica un po´del bastone e della carota (ti metto il muro, ma ritiro i coloni e cosí via) che peró poteva realmente portare a una stabilizzazione della regione nel tempo-. Soluzione un po´ drastica forse ma con le teste di cazzo che governano e controllano entrambe la parti non ne vedo altre. Vedrete che dopo un paio di anni di occupazione militare Iran, Siria, Libano, Israele pur di poter aspirare di nuovo ad una nuova piena sovranitá saranno disposte a trattare e trovare un accordo (e sopratutto intanto saranno stati disarmati e prima che riescano a finire di riamarsi, probabilmente ci saranno persone piú intelligenti al governo dei rispettivi paesi).
Ma per fare questo é necessario che l´occidente finisca di appoggiare israele in nome del loro senso di colpa scaturente dall´olocausto. Suvvia sono passati piú di 50 anni ormai e se si vuole cominciare nel presente a costruire un futuro bisogna smettere di far rivivere e rinfacciarsi il passato! Sono stufo di sentirmi accusare dagli ebrei perché sono cattolico e metá tedesco, cosí come sono stufo di sentirmi dire dai musulmani che sono un porco infedele capitalista e imperialista solo perché sono occidentale e cattolico. Mi avete proprio rotto le palle! Io non mi sento in colpa per l´olocausto e non mi sento in colpa se sono quello che sono!

 
At 3:58 PM, Anonymous Anonimo said...

Israele è un entità illegittima.
Ed è ora che qualcuno lo dica!

I Testimoni di Geova non rompono il cazzo al mondo per farsi lo staterello. Eppure sono stati gassati anche loro.

Israele si è piazzato in una terra che non era sua. Herzl e gli altri compari discettavano se piazzarsi in Uganda, in Cina, al Polo Sud : alla fine hanno scelto la Palestina perchè c'era un "aggancio" storico un po' meno ridicolo e perchè l'Impero Ottomano non aveva la forza di opporsi.

Israele è l'ultimo tentativo coloniale dell'Occidente. Per questo anacronistico tentativo, si suonano tutte le trombe dell'Olocausto, i pogrom, la Torà, le tradizioni, i Rotoli del Mar Morto e quant'altro. questo soprattutto negli ultimi vent'anni, da quando cioè i sionisti hanno riottenuto "massa critica".

Israele è uno stato fasullo.

Giusta anche la definizione di "multinazionale dei sionisti americani".

La democrazia in Israele vige solo per gli Israeliani. Verso gli occupati, Israele è una sporca dittatura.

 
At 4:08 PM, Anonymous Anonimo said...

Dire che israele è una dittatura militare è sostenere il falso anzi è dire stronzate.
Tralascio anche altre cose poco intelligenti lette nel post di Joe strummer.
Una cosa però è chiara: l'esercito isrealiano ed i suoi caporioni condizionano molto l'agenda politica della Knesset come ha scritto stefano nella sua perfetta disamina (lunga sì ma perfetta).
Mi sono comunque stancato di certe faziosità di ebrei e di certa gente di sinistra.Lo ho già ribadito più volte,non è che uno debba avere per forza una visione dicotomica del medioriente!
Io ad esempio trovo che il medioriente sia alquanto impresentabile: da una parte abbiamo oltranzisti oscurantisti medioevali quali Hezbollah ed il loro pragmatico leader , poi l'oscuro pretonzolo ultrclericale ahmadinejad (mi fa morire come a sx alcuni se la prendano con Ruini e poi eleggano questo torquemada a loro eroe),Senza parlare di Hamas con cui non mi riconosco affatto. Dall'altra abbiamo la tanto illuminata democrazia israeliana che,pur essendo un democrazia, non riesce ad esprimere leader seri che non debbano pagare dazio ai falchi ,a generali riottosi, a coloni oltranzisti ed affaristi senza scrupoli con i portafogli nelle tasche dell'alleato teo cons Amewricano e quant'altro.
Lo stesso Rabin ha avuto una triste morte violenta per mano di un integralista ebraico (con strane complicità dei servizi segreti) che ancor oggi si permette di minacciare dal carcere proma Nethaniahu e poi Sharon (l'anno scorso) .
Questo quadro disarmante ha la sua maggior debolezza nella politica lasciva dell'europa e nella politica agressiva degli stati uniti e del nuovo orgoglio filo-integralista arabo.
Vedo oscure nubi in un panorama così desolante.

 
At 4:16 PM, Anonymous Anonimo said...

Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

 
At 4:19 PM, Anonymous Anonimo said...

A proposito di stampa italiana filo israele,stamattina ho ascoltato la rassegna stampa faziosa di Bordin a Radio Radicale. Gli devo alcuni spunti di riflessione che vanno nella direzione contraria a quella dove vorrebbe portare il suo commento in margine alla lettura dei giornali. Il primo spunto riguarda la natura e la tecnica dell'imperialismo americano. Pannella ha usato il termine di "testa di ponte" della domocrazia in terra araba: sarebbe questo lo stato di Israele. Io ho parlato di avamposto militare degli Stati Uniti, di base militare. Non c'è dubbio per me che sia questo lo Stato d'Israele. A differenza dell'imperialismo coloniale territorialistico degli Stati europei dell'Ottocento che procedevano per accrescimenti territoriali direttamente amministrati l'imperialismo americano si è diffuso attraverso la penetrazione economica e/o culturale e/o "democratica". Risulta infatti antieconomico occupare direttamente dei territori ed assumerne la gestione con tutti i problemi. E' preferibile esercitare un'influenza fatta di accordi economici e di garanzie su una lista determinata di interessi che devono essere rigorosamente rispettati dallo Stato controllato e vassallo. Con questo sistema gli USA dalla dottrina Monroe in poi hanno edificato il loro impero. Il mondo è disseminato di basi americane note e segrete, da un sistema di alleanze dove non si va molto per il sottile: il Saddam criminale di oggi era l'alleato di ieri finché doveva servire in chiave antiraniana.

Un curioso pietismo della stampa libera e democratica dell'Occidente richiama il diritto all'esistenza dello Stato di Israele, diritto che i cattivi arabi contestano. Nel suo intercalare l'acuto Bordin obietta al giornalista (Scalfari) che quando è stato costituito con il compasso lo Stato di Israele in terra araba nel 1948 i pochi beduini che abitavano in quel territorio neppure sapevano di essere un popolo ed uno Stato. E allora? L'invasione ha dato loro la coscienza di essere un popolo! Una teoria famigerata, osteggiata dai "democratici", spiega che è proprio la presenza di un nemico a fornire un'identità ed a costituire l'unità politica. Se i padri pellegrini fossero stati rispediti dai pellerossa incivili in Europa, come oggi si fa con i clandestini, probabilmente non avremmo avuto gli USA e si sarebbe conservata la civiltà degli amerindi, cancellata dai creatori della democrazia e della libertà (propria). Non avremmo avuto neppure il vasto fenomeno della tratta dei negri.

Che gli arabi di oggi non intendano fare la fine degli amerindi mi sembra comprensibile e per nulla spregevole. Gli israeliani hanno per il 35 per cento passaporto statunitense o europeo: lo apprendo da Pannella che dal fatto trae la conseguenza di fare entrare Israele nell'Unione europea o perfino di farne uno Stato Usa. Una diversa conseguenza è invece quella di un rimpatrio assistito, non certo di un ammaramento dalla terra al mare.

La legittimità dell'esistenza di uno Stato non può essere fondata su una decisione politica della maggiori potenze ai danni di un terzo: è nato esattamente così lo Stato di Israele. Tutti i commenti e le dichiarazioni riportati da Bordin nella sua rassegna stampa danno un postulato assolutamente evidente il diritto all'esistenza dello Stato di Israele, la sua legittimità. Questa evidenza può ben esserci nella testa di Bordin, Pannella, Bonino e la vasta schiera dei politic che ieri sera hanno vegliato alla sinagoga in Roma. La stessa evidenza non è più tale se ci spostiamo in terra araba e raccontiamo diversamente la storia dal 1948 in poi. Sento ripetutamente citare con sdegno il fatto che gli Ezbollah (ma chi e cosa sono? dei marziani?) siano appoggiati da taluni stati arabi. Nessuna impressione suscita il fatto che Israele sia stata da sempre la longa manus degli USA in terra araba. Gli Ezbollah, che io sappia, sono arabi originari dei luoghi; gli israeliani sono immigrati venuti ad impossessarsi ed a colonizzare un territorio non loro per successione ininterrotta nei secoli.

 
At 3:19 PM, Anonymous Anonimo said...

Se non intervenisse l’informazione di regime a rimescolare le carte – perché hanno la coda di paglia – sarebbe addirittura noioso commentare la guerra in Libano: potremmo cercare articoli di vent’anni fa che narravano di Beirut, cambiare qualche nome e ripubblicarli.
Invece la protervia infinita di chi non rinuncia a gettare sabbia negli occhi per celare una verità che è lampante stimola, e torna la voglia di scrivere.
Anzitutto l’uso delle parole, che non è casuale.

Tutta la crisi sembrerebbe nata dal rapimento di tre soldati israeliani, uno a Gaza e gli altri due sul confine libanese, ma da quando mondo è mondo i soldati non si rapiscono, si catturano.
I soldati vengono catturati e non rapiti perché i militari sono lì per fare la guerra, non per piantare margherite, ed i soldati israeliani sparano, eccome se sparano: ogni giorno che passa è uno stillicidio di vittime – moltissimi bambini – che entrano nei disastrati ospedali palestinesi, sempre che non siano colpiti anche gli ospedali – come fecero gli americani a Falluja – con la scusa della “lotta al terrorismo”. Niente paura, dopo i misfatti gli israeliani si scusano sempre: sono una nazione “democratica”, ed in “democrazia” il bon ton non deve mancare.

Anche sul numero delle vittime civili la tradizione è rispettata: per difendersi dagli attacchi dei razzi lanciati da Hezbollah – che hanno provocato ad oggi 10 vittime civili in Israele – l’aviazione di Tel Aviv ne ha ammazzate (solo i civili) 200 in Libano. Il classico rapporto di 1 : 20 è rispettato, come nelle peggiori rappresaglie di guerra: almeno, i repubblichini di Salò attuavano un più “modesto” 1 : 10.
Sono state uccise intere famiglie, addirittura una famiglia canadese in visita ai parenti in Libano ed un casco blu indiano, dopo che Tzahal aveva preso di mira anche le forze ONU sul confine. E non si venga a dire che è stato un “errore” colpire due distinti raggruppamenti di caschi blu perché l’esercito israeliano, quando spara, sa bene su chi spara. Tanto, dopo si scusa.

Chi invece rapisce, e non cattura, è proprio Israele, che nei giorni scorsi ha “catturato” tre ministri dell’Autorità Palestinese: attenzione, tutta la stampa usa il termine “catturati”, ma nessuno ha mai sentito parlare della “cattura” di un ministro, semmai del rapimento, perché i ministri non sono dei combattenti.
Quindi, se vogliamo osservare con freddezza gli eventi, chi si è macchiato per primo del crimine di rapimento non sono gli Hezbollah, ma Israele: tanto per farlo sapere alla gran parte della politica italiana, che non perde occasione per genuflettersi in direzione di Tel Aviv.

Veniamo allora alla presenza di Hezbollah in Libano, ed alla richiesta d’attuazione della risoluzione 1559 dell’ONU che chiede proprio il disarmo delle milizie islamiche nel Paese dei Cedri. La richiesta è corretta, giacché proviene proprio dal Palazzo di Vetro; domandiamoci: perché Hezbollah è in Libano?
Inutile raccontare frottole: Hezbollah è un’emanazione di Teheran, che è lì per attuare un piano che dovrebbe condurre l’Iran a diventare il nuovo stato “guida” del Medio Oriente, sostituendo la muta Arabia Saudita ed il balbettante Egitto.
La ragione della presenza di Hezbollah, anche se strumentale, è pur sempre l’occupazione militare da parte di Israele dei territori conquistati con una guerra d’aggressione nel 1967, in aperto spregio della legalità internazionale.

Già, affermano i nuovi amici d’Israele – Fini in testa, che dell’antisemitismo dovrebbe saperne qualcosa – ma la risoluzione 1559 deve essere attuata, punto e basta. Giusto, ma allora attuiamo tutte le risoluzioni ONU e facciamola finita.
L’ONU attende ancora che sia attuata la risoluzione 338. Cosa raccontava la risoluzione 338 del 1973?

La risoluzione 338 fu emanata dall’ONU subito dopo la guerra di Yom Kippur e – cosa strana – richiamava l’applicazione di un’altra risoluzione – la numero 242 – che evidentemente gli israeliani avevano dimenticato: chissà perché questo vuoto di memoria…La risoluzione 242 fu emanata dall’ONU all’indomani delle Guerra dei Sei Giorni del 1967, quando Israele decise d’annettersi unilateralmente i territori occupati.
Un preziosismo lessicale agghindava il primo punto della risoluzione, laddove si affermava che la pace in Medio Oriente “dovrebbe includere entrambi questi principi”. Un condizionale, un semplice condizionale richiesto dagli USA per approvare la risoluzione ci ha regalato decenni di guerra e decine di migliaia di morti.
Un condizionale che appare invece superato dalla risoluzione 338 (successiva), poiché lo stesso Consiglio di Sicurezza (evidentemente conscio dei rischi che la situazione conteneva in sé) s’affrettava a ricordare ciò che Israele doveva attuare, ossia: “immediatamente dopo il cessate il fuoco inizino l’applicazione della risoluzione 242 del Consiglio di Sicurezza, in tutti i suoi punti.”. La risoluzione doveva essere applicata in tutti i suoi punti, ovvero dovevano essere restituiti il Sinai e Gaza all’Egitto e la Cisgiordania alla Giordania.

Chi è, allora, che non rispetta le risoluzioni ONU?
Perché Tel Aviv è così ostinatamente aggrappata ad un territorio arido, per difendere il quale spende di più di quel che ricava dalle colonie, insomma, un non sense apocalittico?
Ci sono due ragioni che concorrono alla non soluzione del problema palestinese: la prima è di carattere economico, la seconda dottrinale.
La ragione economica è semplicissima: con lo status di “territori occupati” (non contemplato nel diritto internazionale. se non per brevissimi periodi che preludono ad un accordo di pace) Israele si è assicurata manodopera a bassissimo costo per le sue industrie e per il terziario dove non occorre specializzazione.

Migliaia di operai palestinesi varcano ogni giorno i valichi di frontiera per andare a lavorare in Israele, dove sono pagati un’inezia (in confronto alla manodopera israeliana): in aggiunta – essendo manodopera frontaliera – lo stato ebraico non deve provvedere agli oneri sociali ed al welfare per quei lavoratori. Che si arrangino i palestinesi.
E’ pur vero che ci sono delle compensazioni economiche che Israele deve versare alle casse palestinesi per questo “strano” caso di lavoratori stranieri che ogni giorno mandano avanti le industrie e l’agricoltura israeliana, ma recentemente Tel Aviv ha smesso semplicemente di versare quei fondi, affamando Gaza.

L’irrazionalità totale dell’impianto risiede proprio nel fatto che i lavoratori palestinesi – non essendo israeliani e nemmeno stranieri, perché non hanno uno stato d’appartenenza – non hanno status, o forse l’unico status giuridico che è possibile assegnare loro è quello di schiavi o di apolidi.
Le ragioni dottrinali affondano le loro radici nel Pentateuco:

22 Poiché se osserverete diligentemente tutti questi comandi che vi do e li metterete in pratica, amando il Signore vostro Dio, camminando in tutte le sue vie e tenendovi uniti a lui,

23 il Signore scaccerà dinanzi a voi tutte quelle nazioni e voi v'impadronirete di nazioni più grandi e più potenti di voi.

24 Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà sarà vostro; i vostri confini si estenderanno dal deserto al Libano, dal fiume, il fiume Eufrate, al Mar Mediterraneo.

25 Nessuno potrà resistere a voi; il Signore vostro Dio, come vi ha detto, diffonderà la paura e il terrore di voi su tutta la terra che voi calpesterete.

Deuteronomio, cap. 11, Conclusioni


Queste sono le ragioni che inducono gran parte degli israeliani a credere che i loro confini orientali dovrebbero estendersi ancora, altro che abbandonare il West Bank.
Anche se altri profeti – ad esempio Ezechiele – affermano che il confine orientale della terra concessa da Dio al popolo eletto si ferma al Giordano, sembra che sia tenuto in maggior conto quel che è scritto nel Deuteronomio. Chissà perché.
E poi ci vengono a raccontare che l’Iran è uno stato fondamentalista.

 
At 3:21 PM, Anonymous Anonimo said...

Proprio in questo momento fatidico ho fatto una cacata strana, l'ho chiamata Cacca "Fantasma 2".
E' quella che, quando uno si volta verso l'interno della tazza per osservare con orgoglio la sua opera, è sparita.

 
At 3:22 PM, Anonymous Anonimo said...

Ragazzi alcuni post sono illeggibili da quanto sono lunghi.
Sembrano dei veri e propri trattati sul medioriente!

In veritas io vi dico : Quando il diritto internazionale e la scienza sono messi a tacere, l'unico risultato è l'oscurità

 
At 3:34 PM, Anonymous Anonimo said...

Io sono leggermente più filo israeliano di voi tutti.
Ma questo è il tipico caso in cui non serve a nulla schierarsi.
Il Libano stava lottando con tutte le sue forze per andare nella direzione di una democrazia moderna. A furor di popolo si era deciso appena ieri di mandare via le truppe siriane dal paese e di isolare a poco a poco gli estermisti islamici. Vorrà dire pur qualcosa, credo...
Troppo poco? Forse, ma era proprio così difficile dare tempo al tempo? Di sicuro la guerra non porterà un futuro milgiore né per il Libano, né per Israele

 
At 3:40 PM, Anonymous Anonimo said...

wavewarriors, guarda che i caschi blu sono gia` in libano e non servono a un cazzo. un casco blu ghanese e` stato ucciso da una bomba israeliana, e i suoi colleghi non riescono nemmeno a recuperare il cadavere. lascia stare le UN. le UN non funzionano. hanno uno statuto che fa cagare e che istituisce tutte le storture. la tua proposta equivale a "speriamo che tutti diventino buoni e poi intervengano le UN". well, riesci a vedere che la parte difficile e` il "tutti diventino buoni"? ieri davanti alle UN c'era quella merda di gillerman e pure quell'altra merda di moglie di clinton il bocchinaro, a parlare davanti a una piccola folla di merde a favore dei crimini israeliani. e dentro al palazzo di vetro niente. questa e` la foto perfetta delle UN. israele perdera` questa guerra. algeria e vietnam insegnano. e allora al confronto la fuga da saigon sara` una barzelletta. solo non prendeteveli a roma, questi criminali di guerra sionisti, perchè è stato veramente squallido vdere gente come fini e tutta la sua banda di clerico fascisti alla sinagoga a fare gli amici degli ebrei.Un ebreo fascista è una negazione della sua storia della sua tragedia. Scusate l'animosità ma vedere i civili bruciare mi fa incazzare e vedere quei maiali di AN fare gli amici di quelli che gassavano solo in chiave islamofobica mi fa girare le palle cazzo!

 
At 3:45 PM, Anonymous Anonimo said...

Gianni quella si chiama realpolitik o addirittura leccare il culo al vecchio nemico per cercare legittimazione dai moderati. Ma i moderati non ricordano che il signor Fini era in cabina di regia nelle porcherie a Genova.
Per quanto riguarda l´ONU e la mia soluzione all´attuale problema. So come funziona, o come meglio non funziona l´onu, e di cosa é previsto nei suoi statuti (mi sa che qualcuno a confuso la carta universale dei diritti dell´uomo con il trattato istituente le nazioni unite:sono due cose distinte). Cmq da nessuna parte sta scritto che l´onu non possa intervenire aggressivamente per riportare ordine e raziocinio nel mondo. Se finora questo organismo internazionale ha sempre preferito la linea soft é perché questo era l´unico modo di far passare le risoluzioni in oggetto all´interno di quel consiglio di sicurezza, vero e unico centro del potere ufficiale mondiale.ma a questo punto nel medioriente la linea soft non serve piú a nulla (come dimostrato infatti dalla missione caschi blu in libano, che ribadisco sono troppo pochi, mal equipaggiati e tecnicamente condannati al fallimento dalle regole d´ingaggio a loro impartite).Consapevole del fatto che una riforma ONU e del suo COnsiglio di Sicurezza non é auspicabile se non nei prossimi 10-15 anni, per il momento la soluzione migliore, come anche giá citato, sarebbe una colazione, un´alleanza trasversale tra i vari trattati e unioni militari giá esistenti con l´aggiunta dei paesi arabi moderati (NATO, patto di Varsavia, alleanza militare del Pacifico e cosí via) che con approvazione del Consiglio di Sicurezza intervenga in quella regione. In questo modo il consiglio di sicurezza, e soprattutto i supi 5 membri permanenti, si vedrebbero costretti se non a votare pro, ad astenersi dal voto (vecchia strategia per dire sí turandosi il naso). Infatti in un caso del genere Americani e russi difficilmente potrebbero giustificare un veto, non tanto all´opinione pubblica, ma sopratutto ai loro alleati militari che metterebbero altrimenti in forte discussione la necessitá effetiva di tali patti militari se poi di fatto sono inutili (é vero che questi patti erano nati a scopi difensivi, ma l´interpretazione estensiva di tali trattati ha ormai portato la dottrina moderna ad accettare anche un loro coinvolgimento aggressivo, vedi Kosovo!). Il che implicherebbe un capovolgimento troppo radicale e repentino per gli assetti geopoliticomilitari mondiali.Alla cina per evitare un suo veto basta darle in cambio vie preferenziali per l´approvvigionamento del greggio mediorientale e i francesi e gli inglesi voteranno comunque per l´intervento a questo punto, trascinando con se´ anche tutti gli altri 10 membri non permanenti.
Vorrei ricordare che quello che sta avvenendo in iraq é appunto per opera di soldati americano che agiscono solo in nome degli USA non dell´onu. E' ovvio che succeda quel che succeda in iraq per due motivi:gli arabi iraqueni é data la facile opportunitá di identificare il nemico solo con gli USA imperialisti, secondo come reagirebbero se sotto la fascia blu ci fosse la mezzaluna turca, o quella marocchina? Gli integralisti avrebbero piú difficoltá a convincerli che sono infedeli da ammazzare...e sopratutto reggerebbe anche poco il razzismo tra sciiti e sunniti visto che in quei paesi sono diffuse entrambe!secondo motivo: gli americani hanno trasformato senza volerlo una guerra preventiva in una guerra di religione. Era ovvio che a questo punto arrivassero aiuti dalle regioni confinanti (ulteriori motivi a sostegno della mia tesi, il problema va risolto integralmente non a sezioni!)....Disarmando completamente e obbligando a sedersi ad un cazzo di tavolo sena kalashnikov e bombette varie!cavoli devo scappare...a domani signori

 
At 9:29 AM, Anonymous Anonimo said...

I sionisti ed i loro amici giustificano le atrocità commesse da 40 anni sui palestinesi e le guerre di conquista ai danni di tutti i vicini (Egitto, Giordania, Siria, Libano) con pretese ragioni di "sicurezza". Ma Israele è uno degli Stati più sicuri al mondo perché ha l'arma nucleare e dunque la scusa della sicurezza si rivela un infame pretesto per giustificare una politica da sempre bellicosa. In ogni caso, se il prezzo della sicurezza di Israele è 60 anni di guerre ed una assoluta instabilità della regione, con forti e negative ripercussioni anche in Occidente, allora che vada affanculo questo cazzo di Israele, una volta per tutte. Se questi giudei sionisti non sanno stare al mondo se non devastando tutto ciò che li circonda, auspico una nuova diaspora, per dio!

 
At 9:31 AM, Anonymous Anonimo said...

"Se questi giudei"

vedi,caro anonimo, un discorso che potrebbe anche essere condivisibile o quantomeno rispettabile, cessa di esserlo non appena si utilizzano frasi come questa.

 
At 9:34 AM, Anonymous Anonimo said...

Premetto che non sono l'anonimo di cui sopra visto che tutti mi conoscete e tutti sapete chi sono e che non approvo nemmeno chi non fa differenza tra sionisti ed ebrei.
Ma proprio xchè tacere equivale a mentire sono troppo incazzato:
Guardate le foto delle bambine israeliane che firmano le bombe per i libanesi: gli stessi visi sorridenti, beati e felici della hitlerjugend, della gioventù italiana del littorio. Vergogna Israele, fai schifo come il nazismo ed il fascismo!
E molti di voi che ne hanno subito le leggi totalitarie dovrebbero evitare queste propagande da istituto luce Cazzo!

 
At 9:37 AM, Anonymous Anonimo said...

In questo blog pressoche tutti coloro che condannano la politica di Israele negano il diritto stesso della sua esistenza.

Se il blog rappresenta la realtà, allora non esiste alcuna possibilità di pace.

 
At 9:40 AM, Anonymous Anonimo said...

Caro gavriel io invece credo che in questo blog ci siano delle analisi della realtà mediorientale.
Malauguratamente, il blog non "rappresenta la realtà".
La "realtà" della stampa italiana, tanto per fare un esempio di "realtà" più ampia è fatta - per la maggior parte- di 1.SCELLERATI FILOSIONISTI come Giulianone "mercimonio" Ferrara, Belpietro, galli della Loggia, Fallaci, Mieli, Guzzanti(figlia valida , però) ecc. e di 2. gran LECCACULO FILOSIONISTI come Magdi, Battista (nome perfetto), Fede , Claudio Magris, cremonesi, Pagliara , tutti quelli di Canale 5 Italia 1 , Capranica (lacrimava parlando di Sharon ammalato), Colombo, Franceschini,Fiamma "tricolore" Nirenstein.
Potrei continuare due ore per quest'ultima categoria.
Anche questa "realtà" , denegando in pratica giustizia ai Palestinesi contribuisce (nel suo piccolo ) ad allontanare la pace.

 
At 9:44 AM, Anonymous Anonimo said...

X la roby
Dire Giudeo non è antisemita.
E infatti non lo sono.
"Giudeo" è dispregiativo soltanto per chi ha rimorsi antisemiti, non per me, che non sono mai stato di destra (anche se i giudei hanno finito per amare gli aguzzini di un tempo). Se invece di masturbarvi con questa idiozia del politically correct leggeste un po' di storia non direste queste sonore cazzate e capireste che è più corretto parlare di giudaismo anzicché di ebraismo. Non a caso, le lingue straniere europee, per indicare il fenomeno, hanno tutte parole con la radice "jud".

 

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