Roberto Saviano e Salvatore Lo Piccolo (alcune riflessioni)
Roberto Saviano in televisione non è una consuetudine.Il giovane scrittore casertano , balzato in cima alle cronache per le gioie (ormai è un best seller) ed i dolori (ormai vive scortato) del suo libro "Gomorra" era ospite domenica sera da Fabio Fazio.
Inutile ribadirlo "Gomorra" è un bellissimo e lucido affresco sugli affari dei clan campani e sul loro controllo ferreo del territorio nonchè sui rapporti con la grande finanza e con l'imprenditoria del nord, è la questione meridionale ed insieme un trattato su come l'Italia corra su certi binari, è un episodio di Koynè letterario tra il romanzato ed il trattato ,talmente ben miscelato che ha passato le barriere ed è riuscito ad arrivare a molti....
Era molto nervoso Saviano , non abituato a stare di fronte alle telecamere , l'ho visto toccarsi più volte la pelata , le folte sopraciglie , ho sentito la sua voce partire stentata e divenire fluida a poco a poco.
Gli argomenti ...tutti interessanti...bene o male tutto quel che c'era nel libro.
Ieri l'arresto del boss Salvatore Lo Piccolo e di suo figlio Sandro.
Piccola nota di colore durante le immagini dell'arresto...
Lui il vecchio boss ,in vecchio stile,sguardo scocciato e fretta di scomparire di fronte ai flash dei fotografi;
Il figlio Sandro, narciso, metteva i mostra tutta la sua bullesaca tracotanza, dal capello ben pettinato , alla collana ben in vista tra la polo aperta ed il maglione intonato.
Mi ha impressionato come guardasse in camera con la precisione di un attore professionista , sorrideva e mandava baci...pareva uscito in grande stile dalla casa del grande fratello.
Ho subito pensato a Roberto Saviano la sera prima e al suo imbarazzo di fronte alla telecamera;Ho pensato all'arresto di Cosimo Di Lauro così come viene descritto in gomorra , ne ha parlato anche domenica spiegando come i giovani boss ormai utilizzino cinema e televisione per far passare l'immaginario estetico cinematografico di se stessi sulla gente....
Ho pensato arrestare i boss è sempre una vittoria ,ma, sul piano culturale c'è ancora molto da fare....
Non per niente la nota più amara di Roberto Saviano :
da molti suoi conterranei viene ingiustamente accusato di aver gettato letame sulla sua terra....
A loro risponderei con il grande Fabrizio De Andrè
Dai diamanti non nasce niente
Dal letame nascono i fior
10 Comments:
Roberto, quel ragazzo come noi, alla fine ha solo deciso di mettere nero su bianco e "dare il nome alle cose". Non è infangare la propria terra di letame.
Un pò, nel piccolo, quando mi capita di parlare con qualche turista che anzichè chiedermi di palazzo Steri mi chiede come si vive in Sicilia, io rispondo: "la gente vota un indagato per mafia, come vuole che si viva". Ma in fondo, a me luccicano gli occhi, la mia voce trema, perchè amo la mia terra, la amo alla follia.
E fai bene gioia ad amare la tua terra...la ami così come la amo anche io.
Ma così come la ama anche luchino,
altrimenti non verrebbe così spesso a trovarci da lassù (intendo Milano non il paradiso) altrimenti non sarebbe venuto qui a portare uno spettacolo contro la mafia proprio in memoria di Peppino (e vedi di tornare che io non c'ero in quei giorni)....
Anche io gioia odio certe cose della mia terra ma mi sento orgogliosa quando penso ai tanti Siciliani (Falcone e Borsellino ad esempio)che hanno dato la vita per combattere lo schifo che ci sta intorno.
Ed anche io mi sento come quei ragazzi che attendevano Lo Piccolo fuori dalla questura gridando " NOI e solo NOI siamo la vera Sicilia".
Roberto saviano è una bella persona, è un giovane scrittore che ha l'umiltà di dire "ho soltanto scritto quello che tutti sapevano" e forse è per questo che hai venduto tanto robbè!
Chi lo crede una persona che ha gettato letame sul Sud dovrebbe chiedersi se il letame è stato gettato da lui o da quelli contro cui scrive.
buone cose a tutti
Molto bello ed interessante Roberto saviano da Fazio.
Mi ha in particolare colpito quando parlava del cambio di termini (N'drangheta che ormai si chiama Cosa nuova , Camorra che ormai si chiama o'sistema) e di strategie di questi clan.
Diceva che a parte "Cosa nostra" i clan Campani e Calabresi non uccidono i magistrati, cercano di normalizzare il tutto nel silenzio.
Un po' quello che sta succedendo in Calabria in questi giorni von rimozioni di Magistrati , questori , e Vescovi anti n'drangheta..il tutto nel silenzio più assoluto , lasciando i ragazzi di Locri soli a gridare contro un muro di gomma.
Bisogna stare attenti a certe abilità dei nuovi clan...non abbassare mai la testa.
Proprio per questo quoto totalmente il tuo topic Luca perchè evidenzia queste differenze che saviano ha ben spiegato.
Un abbraccio alle due ragazze siciliane che non conosco ma che vedo molto appassionate e combattive
Il topic di Luchino dice già tutto da solo e se qualcosa mancava lo ha aggiunto palemmmitana ....
Ho visto saviano e mi sembrava di sentire il tuo "costretti a raccontare" in molte cose spiegate durante l'intervista, sopratutto la parte sui rifiuti clandestini che partono dal nord .
Un bacio
Non ho visto Roberto Saviano.
Concordo con la definizione di palemmmitana "quel ragazzo come noi, alla fine ha solo deciso di mettere nero su bianco e "dare il nome alle cose"
Non capisco chi può trovare il coraggio di dire simili scempiaggini "ha infangato la sua terra"....solo chi dai vari Don rodrigo (questi sì che infangano la loro terra) pensa di trovare una sicurezza o chi non ha la cultura adeguata per capire che i clan non fanno altro che ridurre le proprie terre ad una "gomorra" come recitava l'amico di Don peppino Diana.
Devo ammettere , parlando della nota di colore descritta dal Mallinza, che dopo aver letto gomorra (la villa alla tony montana di carmine schiavone, le donne vestite da Uma thurman in Kill Bill, Cosimo Di Lauro che esce in manette alla Brandon lee)
anche io ho notato quella pittoresca differenza di atteggiamento tra i due Lo Piccolo.
Beh che dire luca.
Qui, siamo allo squarcio temporale.
Roberto Saviano scrive di cose che accadono..e le cose continuano ad accadere.
Egli parla dei nuovi boss, del loro modo di vendersi e di bucare il video (non dimentichiamoci che la scena di Cosimo di lauro alla brandon lee era su tutti i viedofonini di secondogliano nel giro di pochi giorni) di sistemare le cose senza far saltare i ponti con il falcone di turno.
Ed ecco l'arresto dei Lo Piccolo con le scene da reality del figlio e quest'ultima ondata calabra : Monsignor Bregantini è stato promosso e trasferito a Campobasso, il Capitano Pasquale Zaccheo, collaboratore di De Magistris nell'inchiesta Toghe Lucane, anche lui promosso e trasferito...de magistris sappiamo tutti...
Insomma lui scrive e loro continuano ad agire.
Le uniche figure che rimangono a guardare sono le istituzioni.
Non fraintendetemi ma se fossi un abitante di casaldiprincipe non so se esiterei a stare a fianco ai clan in una situazione del genere.
Saluti sparsi e parole in libertà, non se se rapide ma sicuramente sporadiche.
Saviano sta diventando vittima della sindrome da best seller ...siccome è un best seller allora è sicuramente una cazzata , siccome ha potuto scriverlo c'è qualcosa sotto...insomma quei discorsi lì ci siamo capiti...
La promozione - rimozione in calabria di un vescovo in la cui morale cristiana stava nell'azione concreta e non nel consolare vedove o mollar scopaccioni a figli un po' scavezzacollo diverge dagli omicidi di Don peppino Diana e Don Pino Puglisi nel metodo ma non nel merito.
E nel frattempo noi abbassiamo la guardia.
Mi chiedo a chi mandasse baci il giovane Sandro Lo Piccolo , se all'associazione anti-racket che stappava lo spumante o a qualche idiota ammiratore.
Ultimo e leggermente O.T.
Mi piace pensare che Biagi abbia voluto sottolineare, anche post mortem, la sua appartenenza partigiana (han suonato bella ciao); in epoche di riflusso come questa, il suo garbo quieto rende penetrante la memoria della resistenza come valore fondativo, molto più che mille parole urlate e spesso prive di qualunque fondamento storico.
Mi sembra opportuno intervenire con le parole della mia guida spirituale:
–
Siamo i figli di mezzo della storia,
non abbiamo né uno scopo né un posto.
Non abbiamo la grande guerra
né la grande depressione.
La nostra grande guerra è quella spirituale,
la nostra grande depressione è la nostra vita.
Siamo cresciuti con la televisione
che ci ha convinto che un giorno
saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars.
Ma non è così.
E lentamente lo stiamo imparando.
E ne abbiamo veramente le palle piene.
–
Anonimo per andare OT ci vuole un certo stile e tu lasciatelo dire ci sei andato con gli scarponi chiodati.
Bisogna farlo delicatamente, come un buon cognac da sorseggiare (rigorosamente a stomaco pieno) dalle sorelle Brietel: rue St. Antoine, traversa a sx di rue de Rivoli in direzione Bastille partendo dalla Cité.
Ciao, ti ringrazio per la mia tua visita nel mio blog la città rossa... ne ho anche un altro che si occupa solo di mafia...
complimenti per un post.. inserirò il tuo link nel mio blog! ciau
Posta un commento
<< Home