mercoledì, febbraio 16, 2005

Protocollo di Kyoto e Pne italiano

Il Protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas responsabili dell'effetto serra e quindi dei cambiamenti climatici è entrato in vigore oggi alle sei (ora italiana).
Ora affinché il trattato funzioni, è necessario che tutti i paesi sottoscrittori, tra i quali l'Italia, pianifichino come ridurre le loro emissioni inquinanti assegnando degli obiettivi di riduzione ad ogni settore responsabile della produzione di gas serra: centrali elettriche, industria,abitazioni ecc.
L'Italia, malgrado sia tra i soci fondatori di Kyoto in quanto membro dell'Ue, arriva all'appuntamento fortemente in ritardo e con gravi inadempienze.
Innanzitutto perché in questi anni si è andata sensibilmente allargando la forbice tra gli obiettivi proposti dal Protocollo e l'andamento reale delle emissioni. Ma a questo va aggiunto che il primo Piano nazionale per le emissioni, presentato tra l'altro fuori tempo massimo, è stato bocciato dalla Commissione ambiente di Bruxelles in quanto troppo generico e privo del censimento delle quote di emissione di ogni singolo impianto così come richiesto dalla direttiva dell'unione europea.
Ora pare che anche la nuova versione integrata de Piano nazionale energetico sia sul punto di essere rispedita al mittente dall' unione europea in quanto estremamente generica e poco realizzabile secondo i meccanismi italiani (insomma a tarallucci e vino).
Stando ai meccanismi di Kyoto, aumentare le emissioni anziché ridurle ha un duplice costo: chi inquina di più sarà costretto a ricorrere alla Borsa delle emissioni e a comprare crediti di carbonio, ossia quote di CO2 dalle imprese (estere) virtuose che saranno invece riuscite a risparmiare. Per ogni tonnellata di anidride carbonica in eccesso le imprese rischiano inoltre una multa da parte dell'Ue di 40 euro che potrebbe salire a 100 nel 2008. Costi che finirebbero per essere scaricati dalle aziende, soprattutto quelle per la produzione e distribuzione dell'energia elettrica, su tutti noi consumatori. Non a caso l'Autorità per l'energia nei giorni scorsi ha espresso il timore che nel caso di bocciatura del Pna l'Italia potrebbe veder crescere i costi dell'elettricità del 5%. Ennesimo costo sul borsino già di per se molto misero delle famiglie.

Per adempimenti sul funzionamento protocollo di Tokio questo link mi pare esauriente:
http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/esteri/kyoto/comefunziona/comefunziona.html
Per adempimenti sui costi energetici in aumento vi consiglio :
http://www.repubblica.it/2005/b/sezioni/esteri/kyoto/parlatesta/parlatesta.html

Besos Il Mallinza

2 Comments:

At 12:57 PM, Anonymous Anonimo said...

Certo forse toccando i conti delle famiglie forse qualcuno capirà il problema. Ma io mi chiedo sempre cosa siamo disposti a fare noi indipendentemente dalle politiche dei governi esistenti.
Bello il tuo Blog

Ciao Manu

 
At 1:02 PM, Anonymous Anonimo said...

Certo che se la politica rimane quella delle targhe alterne attuata in questo modo ci bocceranno qualsiasi fottuto piano sulle emissioni.
Ma che ti sei messo a fare il Blogger convinto?
Tu al massimo sei un Black Blog!
LOL

Pau

 

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